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Da vedere a Norcia

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    Basilica di San Benedetto

    La costruzione della chiesa risale al 1200, ma è stata rimaneggiata più volte.
    La facciata a capanna (sec.XIV) ripropone uno schema largamente diffuso nella regione, di cui, sempre a Norcia, si incontrano altri esempi (S. Francesco e S. Agostino).

    Il portale a fasci di colonne è abbellito nella lunetta da un gruppo scultoreo rappresentante la Madonna col bambino tra due angeli; ai lati della lunetta due edicole con le statue dei santi Benedetto e Scolastica, rammentano al passante la loro sovranità sulla repubblica nursina.
    Un bel rosone, attorniato dai simboli dei quattro evangelisti, sovrasta il portale. Marmi policromi intarsiati, spezzano il biancore della facciata, testimoniandone un’origine multicolore.
    Sulla destra della facciata della chiesa e a quest’ultima addossato, fin dal 1570, il cosiddetto Portico delle Misure, edificato dal Comune e dalle autorità ecclesiastiche per creare una sorta di mercato coperto dei cereali.

    Le nove misure, ancora lì, sotto il portico, altro non sono che recipienti di pietra, alcuni ancora provvisti di spatole metalliche appese al muro.
    L’interno della chiesa è a croce latina, con un’unica navata, impreziosito da affreschi e da tele del ‘600-‘700; di queste ultime, quella prodotta da Filippo Napoletano nel 1621 racconta una storia curiosa della vita di S. Benedetto, quella in cui il santo riceve un fante travestito da re, inviato, al suo posto, da Totila, re dei Goti.
    Nella cripta, una lapide ricorda la nascita dei due Santi gemelli. L’ambiente, con i muri a “opus reticolatum”, è diviso in tre navatelle, di cui quella centrale più ampia. Dalla stessa cripta si accede all’attigua area archeologica, dove sono conservate le fondamenta di una casa romana del basso Impero.

    La Basilica di San Benedetto è stata restaurata in occasione del Giubileo del 2000. Gli interventi hanno interessato in particolare gli ambienti ipogei e la cripta, la chiesa e l’antico convento. Gli scavi romani e la cripta sono stati valorizzati con la ristrutturazione completa degli ambienti voltati e la realizzazione di una scala di accesso alla cripta nei pressi dell’ingresso della chiesa per evitare interferenze con le celebrazioni liturgiche.
    Nella basilica è stato realizzato un nuovo pavimento in quadrati bianchi e rossi posti a losanga nell’area dell’assemblea, mentre l’area presbiteriale, sollevata da tre gradini dall’aula, ha accolto un nuovo altare in bronzo dello scultore contemporaneo Giuseppe Ducrot, cui si debbono anche il leggio e la piccola statua di San Benedetto collocata a destra.

     

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    Complesso Monumentale San Francesco

    Altro edificio degno di menzione e di visita è il complesso di S. Francesco, del secolo XIV, oggi sede dell’auditorium, della biblioteca comunale e dell’archivio storico.
    La facciata esterna dell’auditorium si deve alla ricostruzione portata a termine dai francescani Conventuali, secondo i dettami dell’ultima stagione del gotico.
    Di notevole pregio, sul frontale, il bel rosone e, sul fianco, ricchi portali.
    L’interno, a navata unica, è ornata da pochi affreschi superstiti dei molti che impreziosivano le superfici.
    L’auditorium sta per essere arricchito di un’altra pregevole opera pittorica.
    Sulla parete di fondo sarà infatti collocata la pala raffigurante “L’incoronazione della Vergine” che Jacopo Siculo dipinse per i Francescani dell’Annunziata nel 1541.
    La tavola monumentale, che tornerà nella sua città di origine dopo lunghi 25 anni, rivitalizzerà tutto l’ambiente per le sue qualità di luce e di colore, ma anche per le sue dimensioni (l’intera macchina contenente la pala misura 7 metri di lunghezza x 5 di larghezza).
    All’interno del complesso può essere visitato anche uno dei più significativi patrimoni archivistici della regione, quanto a ricchezza, antichità e varietà delle documentazioni.
    Nell’archivio storico comunale di Norcia sono infatti conservate preziose testimonianze della città di San Benedetto e del territorio circostante sin dal XIII secolo. Con i fondi ad esso aggregati, l’archivio è composto da oltre 12000 pezzi datati tra questo periodo e gli anni ’60 del XX secolo.
    Nella sezione preunitaria si evidenzia l’archivio segreto del Comune, in cui sono attestati i rapporti esistenti tra Norcia e l’autorità centrale pontificia, le comunità e le città vicine.
    Nella sezione postunitaria sono invece collocate le documentazioni prodotte dal 1860 e 1960.
    Nel deposito comunale sono poi conservati i fondi archivistici statali come l’archivio notarile mandamentale.
     

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    Concattedrale di Santa Maria Argentea

    L’edificio ha ereditato il nome dalla pieve altomedievale demolita nel 1554 per far posto alla Castellina.
    La chiesa, dall’elegante facciata, presenta un interno a tre navate e cappelle gentilizie con tele di notevole pregio. Nella cappella della Misericordia, in fondo alla navata sinistra, al centro di un sontuoso altare di marmi bianchi e policromi con sculture attribuite allo scultore fiammingo del ‘600 Francesco Duquesnoy, si trova uno degli affreschi-simbolo della città di Norcia.
    E’ un’opera del XVI secolo dipinta da Francesco Sparapane e restaurata dal comitato “Una Mostra, un restauro”.
    In questo trittico murario sono raffigurati i Santi Benedetto e Scolastica ai lati di una Madonna col Bambino. San Benedetto sostiene un modello di Norcia sul quale svetta l’alto campanile gotico crollato nel XVIII secolo.

     

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    La Castellina

    Residenza fortificata sede dei governatori apostolici, fu edificata per volontà del Pontefice Giulio III per garantire allo Stato della Chiesa un maggiore controllo sul Comune di Norcia che vantava un governo di tipo repubblicano e sui territori periferici.
    Del progetto fu incaricato Jacopo Barozzi da Vignola che il 28 Agosto 1554 ne tracciò, sul posto, la pianta, inglobante, al suo interno, il Palazzo del Podestà, quasi del tutto demolito, e la Pieve di S. Maria Argentea, ricostruita poco oltre.
    Il fortilizio è quadrato con bastioni angolari fortemente scarpati. L’aspetto imponente, in parte motivato da ragioni antisismiche, riassume emblematicamente l’irreversibile crisi delle libertà comunali e il contemporaneo recupero di potere da parte del papa.

    Quando nel 1569 venne istituita la Prefettura della Montagna, la Castellina ne divenne la naturale sede, militarmente sicura e architettonicamente degna di assolvere funzioni di rappresentanza. Alle necessità burocratiche e di organizzazione dei vari uffici della Prefettura si lega la lenta ed elaborata definizione degli spazi interni, la cui sistemazione si protrasse almeno fino al 1587.

    Restaurato nel XVIII secolo a seguito dei frequenti terremoti, a partire dal 1860 divenne sede degli uffici del Comune, per poi essere destinato all’allestimento del Museo nel 1967 con le opere depositate dal Comune, dalla Curia vescovile e dagli Istituti Riuniti di Beneficenza.

    Dopo il terremoto del 1979, la Castellina è stata interessata da lavori di consolidamento e di adeguamento. Da piazza S. Benedetto, attraverso un elegante portale bugnato e un controportale si accede ad un cortile porticato su cui si aprivano le cancellerie civile e criminale, le scuderie, i quartieri della guarnigione e le carceri, mentre al piano superiore trovava posto la residenza del governatore.

    Oggi la Castellina, oltre a varie mostre temporanee, ospita il Museo Civico e Diocesano, la Collezione Massenzi (donazione del Cav. Evelino Massenzi al Comune di Norcia e inaugurata nell’agosto 2002) e la Mostra Archeologica “Partire per l’Aldilà” (allestita e inaugurata nel 2003 grazie al generoso contributo offerto dal Rotary Club).
     

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    Museo Civico e Diocesano

    Riaperto nel 1996 come mostra permanente in attesa di una compiuta esposizione museale, ha sede nel piano nobile della Castellina, la rocca che si affaccia sulla piazza principale di San Benedetto, realizzata nel 1554 su progetto di Jacopo Barozzi da Vignola, per volontà di Papa Giulio III.
    L’allestimento del Museo nel piano nobile di questo imponente edificio risale a dopo il sisma del 1979.

    Tra le opere più significative tra quelle esposte si segnalano: La “Croce Azzurra” (XIII sec.), un crocifisso tempera su tavola attribuito ad un maestro spoletino; un crocifisso dipinto, tempera su tavola, del 1241 di un certo “Petrus Pictor”; il dipinto tempera su tavola “Madonna con Bambino e Santi dell’Ordine Francescano” del 1525 di Antonio Da Faenza; un gruppo di statue lignee policrome raffiguranti la scena della Deposizione (XIII sec), proveniente da una bottega umbra e l’unico conservatosi integralmente in Umbria; la statua lignea policroma di Santa Giuliana (XV sec.), di uno scultore umbro; le sculture in pietra “caciolfa” raffiguranti la Madonna con il Bambino, gli Angeli adoranti, San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista (1469), di Giovanni Dalmata; le sculture in terracotta dipinta della Vergine annunciata e dell’Angelo annunciante (1510) di Luca della Robbia.

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    Palazzo Comunale

    Il Palazzo risale al 1300 ma di questo periodo sono conservati solo la parte inferiore dell’edificio e l’elegante portale.
    Il balcone e la parte superiore risalgono invece al XIX secolo.
    Uno dei due leoni marmorei, che siedono all’inizio delle balaustre della scalinata, è firmato da Domenico Mollaioli, l’architetto perugino che alla fine dell’800 si occupò del rifacimento della facciata. All’interno sono da visitare la Sala del Consiglio Maggiore, la Sala Sertoriana o dei Quaranta conservatori della pace e la Cappella dei Priori, di struttura settecentesca, dove si conserva il prezioso reliquario di San Benedetto, uno degli ultimi in stile gotico.
     

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    Parco Nazionale dei Monti Sibillini

    Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini si estende su una superficie di 71 mila ettari. Comprende due Regioni Marche e Umbria. La popolazione residente nel territorio del parco é di 13.200 abitanti

    Nel versante umbro i comuni facenti parte del Parco Nazionale dei Monti Sibillini sono Preci e Norcia. Il territorio del Parco nel Comune di Preci comprende le frazioni: Piedivalle, Valle, Acquaro, Villa Collescille, Saccovescio e Preci capoluogo.

    Tra le decine di vette che superano i 2000 metri di quota spiccano il Vettore (2.476 m.), il Monte Sibilla (2175 m.), la cima del Redentore (2.448), il Monte Priora (2332 m.), il Monte Argentella (2200 m.). Dall’asse principale della dorsale appenninica degradano un versante orientale, caratterizzato da valli strette e orientate a Nord (le valli dell’Aso, del Tenna, dell’Ambro e del Fiastrone) e un versante occidentale in cui si rilevano tre caratteristiche depressioni ad alta quota denominate i Piani di Castelluccio (Pian Perduto, Pian Grande e Pian Piccolo).

    Dal massiccio dei Sibillini nascono i fiumi Aso, Tenna, Ambro, Nera e Fiastrone. Nel Parco sono situati il lago di Fiastra (artificiale) e, sotto la cima del Vettore, il lago di Pilato (1940 m.).

    Circa 1800 sono le specie floristiche presenti, tra le quali la stella alpina dell’Appennino, l’anemone alpino, la silene a cuscinetto, il giglio martagone, l’uva orsina, il genepì e numerose orchidee. Tra le specie arboree ricordiamo la roverella, il carpino nero, l’orniello, il cerro, il carpino bianco, il castagno, il leccio, il faggio, l’acero montano. Tra le specie di mammiferi presenti, meritano essere ricordati il lupo, l’istrice, il gatto selvatico, la sempre più rara martora, l’arvicola delle nevi, il capriolo, il cinghiale

    Tra gli uccelli ricordiamo l’aquila reale, il falco pellegrino, il gufo reale, l’astore, lo sparviero, la coturnice, il picchio muraiolo, il fringuello alpino, i gracchi corallino e alpino. Tra gli invertebrati ricordiamo il chirocefalo del Marchesoni, piccolo crostaceo endemico del lago di Pilato.

    Il Parco è ricco di entità architettoniche importanti, mirabilmente inserite nel paesaggio, quali Abbazie, Monasteri , chiese, torri, castelli, fortificazioni, mulini, case - torri.

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